Compito a casa
22 Marzo 2009
Riflessione superficiale post WorkCamp (ci sono le foto, se non le hai già viste): la prossima volta che fai un discorso in pubblico o semplicemente parli con altre persone, pensa a quanti termini o espressioni in lingua inglese hai utilizzato, poi fa’ il conto di quante di queste espressioni hanno un equivalente italiano “efficace”. La percentuale di espressioni evitabili dovrebbe aggirarsi tra il 90% e il 100%.
Quando hai finito prendi il dizionario che giace come un cadavere in cantina, conta i termini inglesi italianizzati che hai usato – come schedulare, googlare, sendare, skillato – e con tutta la tua forza scaglia il corposo volume verso il quinto dito* del piede. Ripeti una volta per ogni parola, scegli tu il piede sacrificabile, basta che sia scalzo.
L’italiano è una lingua splendida, evitiamo questa mania di usare termini tecnici in inglese quando non è strettamente richiesto o necessario.
* voci di corridoio sostengono che il mignolo del piede in realtà si chiami quinto
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22 Marzo 2009 alle 21:56
Signor PseudoTecnico,
Lei parla così per deformazione professionale e Dio sa quanto la capisco. 😉
Ma si renderà perfettamente conto che questa è una battaglia quasi persa in partenza, e oltretutto dobbiamo anche evitare il fuoco amico di abomini come rùbrica e règime o del classico piuttosto che millantato per congiunzione disgiuntiva.
Devo dire però che sendato non l’ho mai sentito e rabbrividisco al solo pensiero… L’utilizzatore del termine gira ancora a piede libero?
22 Marzo 2009 alle 22:05
L’ultima volta l’ho sentito dire in fiera da un tale Gioxx: “te lo sendo” (al che è stato subito perculato con “lo sendo dendro” 😛 )
22 Marzo 2009 alle 22:53
Ma c’eri anche tu? Uffa non conosco nessuno in 3d 🙁
22 Marzo 2009 alle 23:02
In effetti c’ero, ma essendo orso sono difficilmente riconoscibile (a parte la macchina fotografica) 😛
23 Marzo 2009 alle 00:34
Adoro quest’uomo, si sappia.
23 Marzo 2009 alle 00:35
Non mi è mai piaciuto il temine directory nelle frasi in italiano.
Gelo davanti al plurale “directories” in frasi italiane.
Ma è con il “direttorio” che ho sentito toccare il fondo.
Ma cosa ha di male il termine cartella ?
23 Marzo 2009 alle 00:36
Sendare?!?
23 Marzo 2009 alle 00:49
Ti abbraccerei!
23 Marzo 2009 alle 09:10
@albertuan
Su “direttorio” sfondi una porta aperta.
@Kobayashi
“Ti sendo il link” 🙄
Tanto il colpevole prima o poi passerà da queste parti.
@Mitì e lapaoly
🙂
23 Marzo 2009 alle 10:52
quanto sei old, mio dio! ti vorremmo un po’ più smart 🙂
la verità è che tra poco dovrai localizzare non più di 20-30 parole, tutta paura! 🙂
23 Marzo 2009 alle 11:22
Come parla?!? Le parole sono importanti!!!
23 Marzo 2009 alle 19:21
Ho letto questo “post” e mi è venuta una lacrimuccia… Alla faccia dello spilungone-fragile-come-il-vetro! 😀
23 Marzo 2009 alle 20:49
Dal mio passato in una software house*
conservo ancora un “previewa”
usato al posto di “mostra in anteprima”.
*o devo scrivere “Società di sviluppo di codici”? 🙂
23 Marzo 2009 alle 20:59
Naaa… “software house” te lo posso anche far passare 😉
25 Marzo 2009 alle 10:47
Aggiungiamo alla lista anche storaggio, che finora non mi era mai capitata.
25 Marzo 2009 alle 12:09
“Storare” l’avevo già sentito, “storaggio” mi mancava…
28 Marzo 2009 alle 10:29
Segnalo anche parserizzato, parserizzazione (italianizzazione di parsing); una volta sentii uno dire tailorizzato per dire “fatto su misura” ma poi sono svenuto e non ricordo più nulla. 😛
29 Marzo 2009 alle 23:34
per me il peggio rimane e rimarrà sempre l’uso di “ritorna” (return) invece che “restituisce” quando si parla di passaggio di variabili.